Azrath ha scritto:@happymemole
Sì, due obiezioni preliminari prima dell'eiaculazione verbale che sta per arrivare:
happymemole ha scritto:
ho amici gay e sono fantastici però anke con loro discutendo dei figli ammettono che potrebbero eserci dei grossi problemi.
Il fatto che un discorso che riguarda i gay venga affrontato da gay non conferisce allo stesso una maggiore veridicità o valore. Quindi le frasi dette da loro hanno stessa valenza democratica di frasi dette da gabber del piave. Cambia solo la grammatica.
secondo me avere due identita dessuali uguali come padre e madre potrebbe avere delle conseguenze sulla identità sessuale del bambino
Questa risposta è proprio quella che intendevo quando intimidavo: "Non venirmi a dire che i bambini avranno problemi". Dunque, si dia inizio alle danze.
Non so da che fronte cominciare per confutare questa ipotesi, perché la si può discutere da più entrate. Procediamo lentamente nell'analisi:
Quale processo dello sviluppo infantile verrebbe inficiato? Ora, io non sono esperto di sviluppo infantile, quindi demando una maggiore e più autorevole spiegazione agli psicologi che frequentano il forum, purtuttavia ti faccio notare alcune particolarità: come mai un bambino che nasce e si sviluppa in una famiglia etero poi si riscopre gay? E' pur vissuto in un ambiente "normale". Non è forse più plausibile pensare che l'omosessualità abbia una natura genetica piuttosto che psicologica e dunque che la sua stessa identità si costruisca per processi interni che sono ben distaccati dai gusti dei genitori?
Famiglie mononucleari (con una sola madre o con un solo padre) ormai sono realtà evidente ed accettata. Non mi sembra che il figlio cresca con problemi di identità sessuale vedendo mancare il padre o la madre. Piuttosto trovo più frequenti problemi di anaffettività, senso di abbandono, stress emotivo, ansia etc.
Parlando con una mia amica che studia psicologia infantile, le ho posto un problema di natura filosofica. Immagina di mettere su tre isole deserte questi tre tipi di famiglie:
a. Madre + padre + figlio;
b. Madre + madre + figlio;
c. Madre + figlio.
Supponi che tutte e tre le famiglie crescano il figlio secondo le corrette regole deontologiche della famiglia, in termini di affetto, educazione etc. Quando i tre bambini cresceranno, mostreranno delle differenze in termini di sanità mentale? Mi ha detto: no, al più avranno una percezione diversa del concetto di famiglia e di amore e sarà bravura e premura dei genitori far comprendere al figlio che al di là dei loro gusti il modo per mettere al mondo bambini è un altro. Il problema potrà sorgere quando i figli dipartiranno da quelle isole deserte e andranno ad immergersi nella società civile, laddove più culture verranno messe inevitabilmente a confronto, e ciò potrà avvenire anche con metodi discriminatori e violenti.
Mi riallaccio, a questo punto, a un discorso che feci tempo fa, cambiando un po' i toni, visto che in quella occasione ebbi a che fare con personaggi di tutt'altro spessore culturale (peggiore) rispetto al tuo. La cosa che non condivido assolutamente è che si dica NO alle adozioni solo perché ci sono
altri che farebbero pesare la cosa al bambino, con conseguenti turbe etc. Se analizzi bene questa frase, si scorge un concetto che fa orrore: si dice NO - cioè si distrugge una opportunità che è positiva - perché c'è qualcuno che non consente di mettere in atto questa cosa positiva. Si accetta in pratica un comportamento negativo e si svantaggia un comportamento positivo.
Immagina che un giorno si scopra una medicina che guarisce dal tumore senza alcun dolore ma che nello stesso tempo può essere usata per avvelenare la gente. Tu diresti NO a questa medicina solo perché qualcuno userebbe male la nuova scoperta? Io piuttosto mi getterei come un cane feroce su chiunque ne facesse un uso sbagliato, certamente non direi "no, non voglio questa medicina perché può essere usata male".
Ecco, io questo stato di passiva accettazione della realtà attuale contesto. E lo dico con le stesse parole dure (non rivolte a te) che usai tempo fa, quando un utente scrisse questo:
non potra mai crescere bene un bambino cn un genitore trans, dai, e la stessa cosa un bambino cn i genitori gay.
a scuola:
_ ciao piero come si chiama tua madre?
_ Ugo xke?
dai nn sta ne in cielo ne in terra, sono contro al 100% cn queste cose e mi fermo qui che è meglio.
"Ti è mai venuto il sospetto di far parte di quella casta di deficienti che contribuisce a mettere a disagio il figlio? Perché se anche tu riconosci che un simile comportamento è deleterio, anche tu dovresti convenire sul fatto che il problema non sta nella coppia, ma nella società imbecille che la circonda. E se riconosci questo allora o ti schieri a favore della coppia, difendendola e attaccando i comportamenti sbagliati, o tu fai parte di quella società imbecille."
Sicuramente le prime famiglie omo con adozioni avranno problemi a causa di discriminazioni, ma non per questo ci si deve arrendere alla lotta, perché altrimenti sempre si accetterà che esista la discriminazione. I grandi cambiamenti avvengono sempre con gradualità, come una foresta che cresce silenziosa. Purché i semi siano piantati...
In seconda battuta, se si ritiene che la colpa delle turbe sia dei genitori, mi chiedo: quale dovere morale dovrebbe sottrarsi ad un omosessuale per il solo fatto di essere tale? Perché mai un gusto dovrebbe indicare una incapacità di saper crescere ed educare un figlio? Abbiamo già visto, con l'esperimento dell'isola deserta, che l'assortimento di genere non è determinante ai fini della sanità psicologica del bambino. La famiglia etero è funzionale alla procreazione (e con le nuove tecnologie neanche tanto) ma non alla crescita. Per la crescita e la cura serve ben altro che un semplice maschio+femmina, e questo è evidente anche alla luce di quelle che sono le persone che vediamo nella nostra società. Ladri, assassini, disturbati, delinquenti, morti per suicidio, persone in cura psichiatrica. Tutta gente nata in famiglie etero.