Ho un libro di alimentazione e nutrizione davanti a me ("Alimentazione, fitness e salute" - M. Neri, A. M. Bargossi, A. Paoli - Elika Editrice), a pagina 85 c'è il capitolo sull'alcool. Copio parte del testo:
La somministrazione di etanolo (alla base di tutte le bevande alcoliche, vino compreso [nota mia]) provoca, come primo effetto, la riduzione del piruvato in lattato con conseguente aumento di quest'ultimo. Il secondo evidente effetto riguarda la formazione di acidi grassi e il metabolismo del colesterolo. Se ingerito in modesta quantità può favorire la secrezione del succo gastrico e aumentare la motilità dello stomaco.
Sul sistema nervoso centrale ha un'azione depressiva, si riduce la destrezza manuale, l'attività visiva e uditiva, diminuisce la velocità di risposta motoria; [...]
L'alcol porta ad una maggiore formazione di radicali liberi e alla creazione di Aldeidi, delle sostanze tossiche che danneggiano tutti gli organi interni.
[...]
Negli sportivi è da sottolineare come l'alcol interferisca con l'assimilazione di proteine e vitamine, inoltre si verifica una diminuzione dei livelli di testosterone.
[...]...continua con un'altra valanga di informazioni tecniche sui danni che provoca...[...]
Queste sono nozioni ormai note a tutti, ma faccio notare che non esiste un limite numerico al di sotto del quale l'alcool non dà effetti negativi. Saranno effetti negativi trascurabili, ma li avrà in ogni caso e indipendentemente dalla quantità assunta.
Ora arriviamo al punto:
E' da segnalare come recenti studi abbiano evidenziato possibili vantaggi derivanti da una moderata assunzione di vino rosso (150 cc a pasto), questo infatti oltre ad avere un moderato tasso alcolico sembrerebbe attivare una protezione antiossidante contro i radicali liberi e contemporaneamente aumentare i livelli di HDL (colesterolo buono). Si tratta comunque di effetti legati alle componenti proprie del vino, diverse quindi da quelle legate all'alcool.
Sulle parole che ho marcato in corsivo voglio spendere due secondi per dire la mia.
Circa la prima frase: innanzitutto il termine 'possibile' chiarisce che ancora nulla è certo. Ma è il secondo termine a fare la differenza: un possibile vantaggio non implica l'assenza di svantaggi, né è in grado di misurare il peso del vantaggio in relazione al peso degli svantaggi. Anche la sigaretta presenta possibili vantaggi in termini psicofisici, ma non si può inferire che faccia in generale bene. Una sigaretta al mese fa comunque male, ma non fa male come tante sigarette al giorno.
Circa la seconda frase mi viene da porre una domanda: quali sono le componenti proprie del vino che l'uva da cui deriva non ha? Intendo dire: i polifenoli li ha anche l'uva o no? Se l'uva ha di base tutte le componenti che ha il vino, tranne l'etanolo, a questo punto è l'uva che fa bene, e non il vino. Perché continuano a dire che il vino fa bene, sottointendendo che lo faccia
più dell'uva? Ci sono componenti che l'uva non ha e che il vino ha, ma non ho capito quali. Qualcuno mi aiuti a trovare la risposta.
Il generico dottore del tg1 che dice che il vino fa bene mi provoca diffidenza. Tanti "esperti" stanno lì per fare i vantaggi delle case produttrici, come quando dicono che la pasta fa bene... Non dicono falsità, ma omettono di dire tutta la verità, raccontando appunto solo ciò che vogliono.